Sorge lungo la strada stadale 62 della Cisa, ai piedi dell'Appennino e a 236 metri sul livello del mare circondata dalle valli del Magra, del Verde e del Gordana; ha rivestito, nel corso dei secoli, la funzione di ultima tappa prima della dura salita verso la Cisa ed è stata la chiave nelle comunicazioni tra la valle Padana e la Toscana. Il nome della città deriva dal "ponte tremulus" indicante il legno del pioppo con il quale, forse, era stato costruito, oppure il tremare del ponte stesso. A dominare la città si erge il massiccio castello del Piagnaro, ospitante il Museo delle Statue Stele. Discendendo si attraversa il borgo del Piagnaro, nucleo più antico della città, che si dirama nei 2 versanti del colle, in direzione dei fiumi Magra, ad est, e Verde, ad ovest; proseguendo lungo il versante orientale, si arriva in Via Garibaldi dove si incontra, appena finita la discesa, la chiesa di San Nicolò, ricordata già nel 1126 e avente origine monastica: è caratterizzata dall'abside attualmente orientata ad ovest, originariamente ad est, in seguito allo sviluppo delle abitazioni cittadine, e dall'interno a navata unica. Conserva il Crocifisso ligneo del "Cristo Nero" risalente al XVI sec. e la tela del pittore Bottani raffigurante il "Transito di San Francesco Saverio"; la tradizione ricorda l'apparizione della Madonna in questa chiesa nel XVII secolo. Proseguendo lungo la strada in direzione nord si giunge a porta Parma, antico portale risalente al XVII secolo, ingresso principale della città con funzione difensiva; percorrendo il borgo antico si giunge alla chiesa di San Geminiano, patrono della città, che si affaccia sull'omonima piazzetta: risale al XI secolo, anche se attualmente si trova in posizione rialzata, presenta una struttura a navata unica, conserva un tondo di arenaria raffigurante un Evangelista e la statua lignea del Cristo con la croce risalente al XVII sec.
Finalmente il borgo si apre nella trecentesca piazza del Duomo dominata dalla maestosa e marmorea facciata della Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, salvatrice della città infestata dalla peste nel XVII secolo. Ancora oggi, il 2 luglio, per onorare il voto dei padri, si celebra questo fortunato evento con una affollatissima processione religiosa, seguita dal prestigioso concerto della musica cittadina di Pontremoli. La costruzione del Duomo è iniziata nel XVII sec. e si è protratta per vari anni fino al completamento della facciata e del portone bronzeo nel XIX secolo; l'interno a pianta latina, è in stile barocco, l'abside e il presbiterio sono ornati da stucchi dorati risalenti al XVIII secolo, la nicchia al centro dell'abside conserva la statua in legno della vergine in trono con il bambino, conosciuta come Madonna del Popolo; inoltre sono conservati 4 dipinti del '700 dedicati alla Madonna e raffiguranti: "la Visitazione", "La nascita della Beata Vergine", "Lo Sposalizio della Vergine", "L'Assunzione della Beata vergine", questo ciclo di opere è completato dalle tele: "La Deposizione", "l'Adorazione dei Magi", "La presentazione al Tempio". Come separatore tra Piazza del Duomo e Piazza della Repubblica, si erge la torre fatta costruire da Castruccio Castracani nel 1322, successivamente rialzata e trasformata nell'attuale torre campanaria, denominata amichevolmente dagli abitanti: "Il Campanone". La piazza della Repubblica, circondata dal palazzo Comunale e dal Palazzo del Tribunale, era anticamente un tutt'uno con la piazza del Duomo, e successivamente divisa, a causa di dispute tra Guelfi e Ghibellini, da Castruccio Castracani. Uscendo dalla piazza, la via Ricci Armani termina formando una diramazione, che verso sinistra conduce al ponte Nuovo, recentemente denominato ponte dei quattro santi, che fu fatto realizzare alla metà del XIX secolo ad opera dei Granduchi di Toscana Asburgo-Lorena che govarnarono Pontremoli. Continuando il corso si giunge in Via Cavour, zona pedonale di Pontremoli, terminante con un affascinante parco denominato "Parco della Torre", accanto al quale si erge la Torre dei Seratti che assieme all'adiacente ponte formano lo stemma della città, per questo motivo il ponte viene denominato: "Ponte Stemma".
Tornando indietro verso il nucleo della città, sulla destra si trova il ponte Cesare Battisti, crollato numerose volte a causa delle frequenti piene invernali del fiume Magra e più volte ricostruito. Attualmente il ponte è stato riedificato imitando l'antica struttura a "schiena d'asino" ed è stato innaugurato, il 23 aprile del 2000, da Monsignor Eugenio Binini, Vescovo della diocesi di Pontremoli-Massa. Al termine del ponte si incontra la trecentesca torre di Castelnuovo, a base quadrata dall'antica funzione difensiva, con l'annessa chiesa di Nostra Donna realizzata nel '700 in stile Barocco; costruita sulle rovine dell'oratorio della "Madonna del Ponte", presenta una struttura elissoidale abbellita da affreschi del Gherardini raffiguranti "L'Immacolata" e "San Carlo Borromeo". Sulla sinistra è il Teatro della Rosa, risalente al XVIII secolo, al suo interno presenta 33 palchi suddivisi in due ordini accompagati da un loggione; il teatro è stato restaurato ed inaugurato ufficialmente il 9 giugno 2001 con una serata presentata da Iva Zanicchi. Nelle vicinanze si può scorgere la chiesa di Santa Cristina sorta nel XVII secolo sui resti di una chiesa più antica; l'interno è caratterizzato da una pianta basilicale a tre navate, da quattro altari in marmo e dagli affreschi del Gherardini: "Martirio di Santa Cristina" e "La Trasfigurazione di Nostro Signore". Percorrendo Via Mazzini si giunge alla chiesa della Venerabile Misericordia di origine monastica, che presenta, sopra il portone d'ingresso, un fregio in marmo raffigurante San Giovanni Battista, mentre all'interno conserva un dipinto della "Madonna di San Luca" e una pala di San Agostino.
Proseguendo nella stessa direzione si incontra la chiesa di San Giacomo d'Altopascio risalente al XVII secolo: il suo altare marmoreo, in stile barocco, mostra la pala rappresentante "L'Ascensione di Nostro Signore" , mentre le cappelle laterali mostrano altari in legno e una pala del '600 raffigurante la "Madonna con Bambino e San Domenico". Adiacente alla chiesa vi era il convento delle monache di clausura, del quale resta una grata che lo collega alla chiesa; a lato vi era un centro di accoglienza per i pellegrini, oggi sede dell'istituto tecnico commerciale e per geometri Paolo Belmesseri. Giungendo nell'estremità meridionale della città, si incontra la chiesa di San Pietro, ricostruita dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale; all'interno custodisce un crocifisso in legno e un labirinto, realizzato in arenaria, rappresentante il tortuoso cammino che ogni pellegrino doveva compiere nella lotta tra il bene ed il male. La via termina con la porta Fiorentina, attualmente non visibile poichè abbattuta durante la seconda guerra mondiale. Sulla collina sovrastante il ponte Nuovo, si erge il convento dei frati Cappuccini, seguaci di san Franceso, risalente al '600, al suo interno presenta un altare in legno sovrastato dalla tela raffigurante la "Vergine e il Bambino, San Francesco e San Lorenzo"; i frati del convento offrono anche la possibilità di utilizzare le loro strutture per soggiornarvi. Vicino al centro storico, ma sulla riva destra del Verde, si erge la chiesa di San Francesco, risalente al XIII secolo, ma ristrutturata più volte fino al '700; l'esterno è caratterizzato dalla facciata a capanna, mentre all'interno presenta una struttura a tre navate con l'altare sovrastato da un coro in legno e un dipinto raffigurante "L'Estasi di San Francesco", conserva inoltre le lapidi marmoree appartenti alle nobili famiglie di Pontremoli; infine, sopra un altare (il 3° di sinistra) è conservato il bassorilievo in marmo rappresentante la "Madonna e il bambino"; il campanile, in stile romanico, presenta trifore in arenaria. Pontremoli ospita, il penultimo sabato di luglio, il famoso Premio Bancarella, donato al libro più venduto dai librai; inoltre nel mese di gennaio vi è la tradizionale disfida dei "falò" che vede i rioni di San Geminiano e di San Niccolò in competizione tra loro per realizzare il falò più spettacolare.